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fiammato gli occorse fare non altramente che i fanti di cucina, i quali da golosità vinti e per non contaminare l’arrosto del signore, solo a l’odor di quello si mangiano lo assutto1 pane; tal che come il fatto andasse ciascuno mi può intendere senza altra glosa: penso ben io che quella notte gli fosse più volte lo suo braccio amico2. Venuta adunque l’alba, e volendo il venerabile frate mandarne la giovene a casa contenta, donatile de’ più cari gioielli, e aperta la sua scatola colma di moneta, ridendo li disse: Anima mia, noi non usamo toccare dinari, e però tu medesima ne piglierai quanti a te piace. Di che non aspettando lei molti inviti, stesa la delicata mano, e presine quanti in quella ne caperono, ripigliati suoi arnesi, e dato al frate uno stretto ed amoroso bacio, con la guida di fra Ungaro alla sua casa se ne ritornoe; e buttata la moneta in grembo del suo Griffone3, gli disse in che termini stava la cosa, e come aveva il frate in maniera adescato che in brevissimi di se confidava rodergli insino all’ossa. E fatta di ciò fra loro grandissima festa, desiderosi traere el resto, molto spesso il cominciato camino se continuava; ed essendo ognuno per diversi rispetti di tal gioco contento, quantunque lo amore del frate ogni dì aumentasse, e li doni e le spese non iscemassero, nondimeno essendo la già detta colma scatola diminuita in maniera che un cieco ne avrebbe il fondo veduto, non che la Marchesa che di ciò si era molto bene accorta come quella che in simili baratti era

  1. assutto dice il salernitano invece di asciutto.
  2. Queste parole si potrebbe anche toglierle; forse è glosa appostavi, anclie perchè doveva dir mano e non braccio.
  3. Questo buttata la moneta è proprio di quelle donne, ed è bello.