Sacerdoti libererà me dalla infamia che mi è posta addosso. E ciò detto con finte lagrime e gran furia disse: Entrate lupi rapaci pure a vostro modo. Il Vescovo che per fermo tenea che il prete fusse dentro, subito quivi con tutti i suoi entrato, e cercato in parte che appena un lepre vi sarebbe potuto stare, nò per nissun modo trovandolo, pieno d’ira e di sdegno uscitosene disse: In buona fe’ noi il trovaremo senza lasciarvi luogo a cercare. La badessa a tale che si cercassero le celle di tutte le monache, disse: Messere, per Dio, cercate per lutto, e cominciate da la mia camera: il simile dissero tutte le altre monache che ivi a lo strepito erano corse. Il Vescovo parendogli comprendere a che effetto la badessa parlava, impose a duo de’suoi che entrassero in camera de la innocente badessa, e che quivi di cercare fìngessero, come luogo a lui non sospetto, per potere prestamente a le altre pervenire. Entrati dunque coloro, e veduto il letto alquanto rilevato, cognosciuto in quello essere uomo, tiratigli li panni da dosso, trovarono il misero Salustio mezzo morto; il quale da lor cognosciuto, subito come cani da presa lo pigliarono, e gridando ecce homo; e a quel rumore venuto il Vescovo con quanti seco erano, intrati subito dentro, e trovato il prete in camiscia giacere nel letto della badessa, ciascuno può facilmente giudicare quanto restassero di ciò tutti ammirati, e massimamente la dolente ingannata badessa che cosi attonita e stupefatta di tale accidente stava, che morta sarebbe da ognuno che veduta l’avesse stata giudicata, ricordandosi tal uomo non avere lei in letto lasciato, né sapea se quel che vedea o per sogno o pure per vero lo stimasse, parendole che non meno