pose per ogni modo avere li due prefati artisti ne le mani, non solamente per ottimamente carpirgli de la folta piuma che avevano, ma per vendicarsi ancora de l'oltraggio che a lui, più fortunato e facile in ottenere il vescovato che la grazia di Chiara, già faceano. E andando ogni notte personalmente con gran coorte de suoi lupacchioni chierici d’intorno al luoco per potere tal doppio suo desiderio adempire, avvenne che una notte uscendo da quello il priore, e incontratosi tra lo agguato de' nemici e da loro preso, fu dinanzi a Caifas pontefice presentato: e tremando d’altro che di freddo, ancorché di niuna cosa fosse dimandato, pensatosi forse con accusare il compagno toglier da sé il furore del vescovo, disse che lui non andava a niuno mal fare, ma solamente aveva accompagnato Don Tanni Salustio dentro il monastero, e lasciatolo in cella con la Chiara. Il Vescovo non poco lieto di aver preso il Priore, né manco volonteroso di avere il compagno, quello ben ligato e mandatonelo a casa, poste in ordine sue artegliarie1 per intrar quieto nel monastero, deliberò prendere a salva mano il Salustio se possibile gli fosse stato. Agnesa che vigilante e dubbiosa era rimasa, sentito il priore essere stato preso, ancor che sino al cuore gli dolesse, pur come leal compagna avendo udito che il Vescovo cercava d’entrare, andatasene rattissima in cella de la Chiara, li raccontò in breve come il fatto andava. La quale novella quantunque da la Chiara fosse con grandissimo rin-
- ↑ Qui ed altrove Masuccio usa artegliarie per espedienti, mezzi, istrumenti. Le artiglierie erano note in Italia, anche nel Trecento, e i Francesi le adoperarono alla battaglia di Crecy nel 1346. Villani, Storie XII, 671.