una indissolubile amistà e perpetua lega, sì lievemente si studiavano menare il rasoio, che piuttosto scorticare che radere saria stato giudicato. E come che tal loro operare non stesse troppo occulto, ma a notitia di molti pervenesse, fra gli altri a Messer lo Vescovo fu tal cosa manifestata; il quale andato un giorno a questo venerabile luoco, e forse per rifermarlo in bene operare, avvenne che ancor lui del piacere e bellezza de la Chiara si trovò essere fieramente preso; e dopo molte sue ordinationi e nuovi provedimenti a casa se ne ritornò altramente che non era partito. Dove cominciato a scrivere e a sonettare significò brievemente a la sua Chiara che tutto per suo amore si struggeva. La Chiara, che più giorni lo aveva tenuto in trame per meglio infiammarlo nella sua passione, veduto a l’ultimo Messere lo Vescovo avere un viso fatto da mal dipintore, e forse ritratto da li primi di Adam, e oltre ciò avarissimo fuori di modo, in ciò assai contrario agli uncini de la Chiara, del tutto si deliberò ponerlo al suo piccolo libretto dei beffati. Messer lo Vescovo accortosi del fatto, e che del suo amore era uccellato, e che questa era Chiara per altri ma torbida per lui, si deliberò volere sapere qual fosse colui al quale costei avesse suoi pensieri dirizzati; e come amante a cui rare vie sono occulte, sottilmente inquisito il fatto, e trovato che il venerabile priore di San Jacobo godeva con Sor Agnesa, e la Chiara con un altro ricchissimo prete chiamato Don Tanni Salustio si trionfava1 e che di compagnia quasi ogni notte andavano a sollazzare con le dette loro innamorate, presa del tutto singolare informatione, pro-
- ↑ Questo trionfava è bellissimo. Invece di Tanni, fosse Janni?