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NOVELLA VI.




ARGOMENTO.


Due monache godono di notte con un priore e con un prete: sentelo il Vescovo, e ponesi in agguato, piglia il priore all’uscire del monastero, il prete resta dentro: la sua amorosa sente che il vescovo vuole entrare, lei sotto inganno fa levar la badessa del suo letto, facci occultare il prete; è trovato dal Vescovo: la monaca resta libera, e la badessa infamata, e coloro in danaro condannati.


AL SERENISSIMO ROBERTO DI SANSEVERINO, PRINCIPE DI SALERNO E DEL REAME AMMIRAGLIO1.


ESORDIO.


Non avendo, Serenissimo Principe, in alcuna delle mie novelle della grande astuzia e sottilissimi partiti in pronto presi per le più de le donne mona-

  1. Bisogna conoscere questo Roberto Sanseverino Principe di Salerno. Eccone il ritratto che ne fa il Summonte lib. V. pag. 302. «Fu il costui padre detto Giovanni, Conte di Sanseverino, buon castello del regno presso Salerno, stato ottenuto da’ progenitori sin da Normanni: la madre altresì detta Giovanna dell'istessa famiglia. Venuto il padre a morte, e lasciato de più figliuoli, la sollecita madre prendendo cura di essi gli allevò con gran tenerezza e amore, e come che era di animo grande e vivea limitatamente e con molta misura (il che è proprio di donne savie) facea in un tempo l’ufficio di madre e di padre, governando i figliuoli e loro entrate. Ma ella amò sopra tutti Roberto, per dover come maggiore succedere a lo stato paterno, e procacciò di non solo ampliarli il dominio, ma di farlo divenire, quanto ogni altro della sua età, adorno di tutte quelle buone arti e discipline che si richiedono ad im signore, ed essendo ella di continuo stata a divozione del Re. volle ancora che così fusse istituito il figliuolo,