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gnanimi, qual tu se’, le poche cose, ricevendole da coloro con li quali in vera amistà sono congiunti, sogliono più che le sontuose aggradire, mi son disposto alcuna particella del mio a te devuto debito con la seguente novella satisfare. Supplicoti dunque che con amor la ricevi; e se in tutto o in parte il rozzo idioma di mia materna lingua te dispiace, che non il flore del mio incolto ed inexercitato ingegno, ma il solo frutto di quella prendere debbi. Vale.


NARRAZIONE.


Leggesi in più autentiche e di memoria degne scritture le nobiltà e ricchezze che furono già nel dilettevole paese della costa di Amalfi; e come che nei passati tempi quelle e maggiori con verità dire se ne potrebbeno, nondimeno per quel che di presente vedemo non solo le ricchezze con li marittimi traffichi diminuiti sono, e li gran palazzi minati, magli abitanti con difficoltà grandissima vivere vi ponno. Onde a noi tornando dico, che non molto lontano dalla città, de la quale quanto sia piacevole il luogo, il nome1 in parte lo dimostra, era una villetta, ne la quale non è gran tempo che era un prete Don Battimo nominato, il quale ancoraché di villa fosse pure del pratico e dell’intendente avea; ed essendo giovene e robusto molto, del tutto si era dato più al servigio de le donne, che alle debite ore i divini uflicii celebrare; ed in tal giuoco de continuo exercitandosi, a molti poveretti del paese facea portar la diadema dell’ariete in su la fronte. Di che fra le altre avvenne che un giorno pose gli occhi addosso ad una giove-

  1. Amalfi gli pare che venga da Amore.