braccio con la destra mano del detto corpo ottenne; in la quale non solamente la pelle od alcuni peluzzi si vedeano, ma ancora le unghie sì pulite e salde che quasi di uom vivo si mostravano. E per non dare indugio al fatto, posta messer lo frate la santa reliquia in più viluppi fasciata con zendado e soavi odori dentro una cassetta, di quinci partirsi se dispose: e ritornato in Napoli e trovato il suo fido compagno, non meno sofficiente artista di lui, frate Mariano da Saona nominato, e fra loro conchiuso di andarsene in Calabria, provincia da grossa e incolta gente abitata, per poter ivi i lor ferri adoperare, sopra de tal partito se fermarono. Frate Mariano travestitosi per cauta via in frate de Santo Dominico se n’andò al porto per trovare passaggio in Calabria: da l'altra parte frate Girolamo con tre altri suoi compagni carichi de bisacce a li marittimi liti si condusse, dove per sorte trovato un legno de Mantioti1, che in quello già partire volea, e in esso lutti montati, poco amici l’uno dagli altri separati mostrandosi, non altramente che i bari in le fiere fanno o tal volta quando in alcuno albergo de camino arrivano, così ordinati, e dati i remi i marinari in acqua e spiegate le vele ai venti, a lor viaggio si dirizzarono. Ed essendo non molto lontani a Capri, subito si disserrò loro un groppo addosso si nero e pericoloso, che per argomento marinaresco non possendosi a quello reparare, aduna piccola spiaggia vicina a Sorrento quasi perduti a loro mal grado andar gli convenne: dove con difficoltà non piccola tirato il legno in terra, saliti tutti e inviati alla città, quivi
- ↑ Mantioti, Amantioti, quei d'Amantea