sembianti quasi santo mostrandosi, non solamente in Napoli ma per tutte le città circostanti continuamente andava predicando, ed in esse maravigliosa fama e divotione si aveva acquistata. Onde soccesse che trovandosi ad Aversa, per una mirabile cosa gli tu mostrato un corpo de un notevole cavaliere, da lunghissimi anni passato, ad un monastero di frati Predicatori, il quale o per essere stato ben conservato, forse per bono temperamento che quel corpo avesse ne la sua vita, o per altro ne fosse stato cagione, era si integro e saldò, che non solamente ogni osso stava al suo debito seggio collocato, ma la pelle in maniera immaculata, che toccando la testa, la postrema parte del corpo si sarebbe mossa. Messer lo frate che bene aveva a tutto rimirato, di potere avere alcun membro del detto corpo subito immaginoe, acciò che con quello, sotto nome di reliquia, e centinaia e migliaia di ducati cavar ne potesse, e di quelli non solo poltroneggiare, ma per potere, come sogliono, pervenire mediante quelli ad alcun grado di prelatura. Che se ben se remirasse intorno, si vedrebbe quanti ne sono divenuti grandi prelati alle spese dei miseri e sciocchi secolari, diventando questo de l’eresia inquisitore, e quell’altro della crociata collettore: taccio di alcuni che con bolle apostoliche, o vere o false che sieno, rimettono i peccati, e per forza di moneta collocano ciascuno in paradiso, empiendosi a torto e a diritto le budella di fiorini, ancora che da loro santissime regole espressamente gli sia proibito. Tornando dunque al nostro frate Girolamo, fatto ebbe il pensiero, e subornato il sacrestano del loco, ancora che Domenichino fosse stato, col favore del priore di Santa Croce, il