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E il fiorentino Pulci scrivendo una sua novella1 a Madonna Ippolita figliuola del Duca di Milano e moglie di Alfonso d’Aragona Duca di Calabria, a la quale è dedicato anche il Novellino, incomincia così: «Masuccio, grande onore della città di Salerno, molto imitatore del nostro M. Giovanni Boccaccio, illustrissima Madonna Ippolita, mi ha dato ardire a scrivere alla Vostra Eccellenza, leggendo a questi dì nel suo Novellino molte piacevoli cose, le quali poi che io intesi essere da V. S. graziosamente accettate e lette, ho fatto come i naviganti i quali sogliono addirizzar le loro navi dove le loro mercatanzie intendono aver ricapito.»

Nel Seicento Scipione Mazzella nella Descrizione del Regno di Napoli pag. 75, parlando degl’illustri salernitani, dice: «Nelle lettere sono stati famosi Giulio Pomponio Leto, Tommaso Guardati, Gio: Andrea Longo, e Andrea Guarna.» E poco più innanzi dice «che la famiglia Guardati fu tra le nobili di Salerno, e scritta nel Seggio del Campo.»

Leonardo Nicodemi nelle sue Addizioni alla Biblioteca Napoletana del Toppi scrive qualche cosa di più, raccoglie l’epigramma del Pontano, le parole del Mazzella, e le notizie che sono nel Novellino medesimo; e aggiunge, ma non so donde l’abbia saputo, che Masuccio fu anche poeta eccellente, e scrisse

  1. Questa novella del Pulci, pubblicatal a prima volta dal Doni nel 1547 nella seconda parte delle sue Librerie, è stata ripubblicata nella Raccolta dei Classici Italiani fatta in Milano nel 1804.