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né desiderava altro, e de ciò sommamente ve supplico. E ciò detto, dato onesto commiato a quanti in camera dimoravano, non rimanendovi altri che la fante ed il compagno del frate, serratisi dentro ottimamente acciocché da nullo fossero impediti, ciascuno scapistratamente con la sua s’appizzoe. Fra Nicolò sul letto montato, per meglio e senza alcuno impaccio menare le gambe, parendoli forse stare in su el securo, trattesi le mutande, e a capo del letto buttatele, e con la bella giovane abbracciatosi, la dolce e desiata caccia incominciarono: ed avendo il suo ammaestrato levriero tenuto un lungo spazio a lassa, da una medesima tana cavò arditamente due lepori; e raccolto a sé il cane per cercare il terzo, senterono in su l’uscio de la strada maestro Rogero a cavallo, il quale era già da pratica tornato. Il frate con la maggior pressa del mondo dal letto buttatosi, de paura e dolore vinto, di pigliarle brache che avea poste a capo del letto totalmente se amenticoe: la fante anche con poco piacere dal cominciato lavoro rimossa, aperta la camera, e chiamate le genti che in sala attendeano, dicendo che sua donna era per la Dio grazia quasi del tutto guarita, laudando tutti e ringratiando Dio e San Griffone, gli fece dentro a lor piacere entrare. Ed arrivando fra questo mezzo il maestro Rogero in camera e trovando questa novità, non meno del vedere cominciati a venir frati in casa sua fu dolente, che del novo accidente de l'amata donna; la quale a la vista ricognosciutolo oltremodo cambiato disse: Marito mio, veramente io era morta se il nostro padre predicatore con le reliquie del beatissimo Griffone non mi soccorreva; il quale avendomele al cuore appros-