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74 il mistero del poeta


Credo avere aspettato mezz’ora. Udii Violet alzarsi, e tornai da lei per conoscere il mio destino. Ella si teneva una mano sugli occhi e aveva lo scritto nell’altra. Me lo porse e disse piano in inglese, quasi singhiozzando:

Forgive me! Be kind to me! — Mi perdoni! Sia buono per me!

Poi uscì senza ch’io ardissi trattenerla.

Aveva scritto così:

«Non sono Mrs. Yves come Lei crede. Non ho marito; il signore che mi accompagna è mio zio. Questo non è un segreto. Qualcuno qui si è immaginato, senza una ragione al mondo quando non fosse per il mio anello, che siamo marito e moglie; e noi abbiamo lasciato dire. Ma io non posso invece lasciar Lei pensare di me secondo tale inganno; credo che vi sarebbe forse del male da parte Sua e quindi anche da parte mia. Tuttavia, il dire a Lei una cosa tanto semplice mi è ben doloroso e difficile.

«Ci siamo incontrati da pochi giorni per la prima volta, ma la conoscenza che abbiamo l’uno dell’altro è molto più antica. Ella mi ha parlato di un sogno. Anch’io ho conosciuto Lei in una