lare a Mrs. Yves. Era sempre col suo convalescente; passeggiavano qualche poco, sedevano lungamente insieme sotto gl’ippocastani. Ella mi salutava con la sua soavità seria, ma non cercava parlarmi, nè io cercavo parlare a lei; pure gli occhi nostri s’incontravano non di rado e mi pareva che le facesse piacere di trovarsi vicina a me; lo stesso maggior riserbo che ora s’imponeva per la presenza del marito mi pareva pieno di dolcezza. Talvolta ella gli leggeva un giornale; io fingevo allora leggerne un altro e me le ponevo tanto presso da poterla udire. Quando se ne accorgeva lo sentivo, per un istante, nella sua voce. La bella signora dal profumo di rose conversava spesso amichevolmente con la Yves e scambiava poche parole con l’accigliato marito. Cercai di stringer relazione con lei per aver qualche cosa, almeno indirettamente, di Mrs. Yves, ma poi credetti leggere in un’occhiata di quest’ultima che le dispiacesse; ne fui felice ed evitai quind’innanzi la signora. Mrs. Violet aveva l’ultima camera dell’ala di ponente, al secondo piano, e la terrazza attigua. La sera stava con suo marito nella sala di lettura fino