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404 | il mistero del poeta |
e mi prostra, e, quasi approfittando dell’assenza di lei, pensieri indegni ascendono, malgrado me stesso, nel mio cuore. Se la mia opposta volontà oscilla e cade, ecco spandersi in me un improvviso dolore che non è solamente mio, ecco il senso acuto del ritorno di lei ed ecco quindi il suo perdono benchè non tanto sollecito e sereno quanto me l’avrebbe accordato da viva. Allora è la mia pena di sentire ch’ella ha sofferto e soffre per colpa mia; come poi questa sofferenza si accordi col suo stato felice, vicino a Dio, Egli lo sa. Se ricordo il sogno in cui ho prima udita la sua voce, sento che mi ha tratto dall’abisso ma che potrei ricadervi ancora; e in tale idea è umiliazione, è dolore che io accetto come conducenti a salute.
Qualche volta, questa è la confessione più dura presso a donne giovani e belle che potrebbero forse amarmi, ne rimango turbato e immagino la possibilità d’essere infedele a Violet benchè il cuore non vi avrebbe parte. Sono allora assalito da incredibili terrori e agitazioni di spirito onde mi rifugio affranto e mi riposo nell’appassionata speranza di esser sciolto dal corpo mortale.