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il mistero del poeta 401

e fiore a lei cari, vi è una sua lettera ai signori Giacomo e Roberto Yves di Norimberga, incominciata a Rüdesheim e non finita. Era nella sua borsa da viaggio con due rose del giardino Steele di cui conservo la polvere come dell’altra rosetta che perdè il profumo


In quella sera ch’ella soffrì tanto.


Nella stessa scrivania son pure i versi e i ricordi scritti da me per lei e riferiti qui solo in parte; i versi di Rüdesheim e alquanti altri di cui nessuno leggerà mai parola.

Reliquie preziose, ma ben altro mi resta di lei; mi resta la sua presenza. Non si tratta di manifestazioni spiritiche, non sono spiritista, non ho bisogno di una dottrina nuova per credere nella sopravvivenza delle anime e nelle nostre comunicazioni con quelle che uscirono dalla vita mortale; non domando quindi e non vedo fantasmi, non ascolto e non odo i susurri dell’invisibile, non ho misteriosi contatti di ombre. Ciò che possiedo è migliore, è vita vera, è potenza. Sento la diletta mia con la fede soltanto,