Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
390 | il mistero del poeta |
nella sala di aspetto perchè avevamo mandato a casa il signor Bröhl. A un tratto udii la voce di Paolo che rideva colle signore e faceva suonar le chiavi. Corse subito da me vantandosi a gran voce di aver fatto presto, e, quando mi fu vicino, mormorò: — attenzione, perchè l’uomo di Bingen è qui.
Il mio primo movimento fu di uscire e affrontarlo. Finsi di parlare a Paolo dello scontrino che avevo in mano e gli chiesi se colui fosse nella stazione.
— No — rispose — l’ho visto suonare all’Hôtel Krass. Avrà dei sospetti e vorrà sincerarsene. — Respirai. Sperai che avessero tardato ad aprirgli, a intenderlo, a rispondergli. Fra cinque minuti doveva arrivare il treno; sperai partire prima che egli venisse alla stazione, fargli perdere le nostre traccie.
— Adesso vi lasciamo — mi disse Steele. — Se lo trovo lo trattengo. — Raggiungemmo le signore; Paolo prese il braccio di sua moglie.
— Senti — diss’egli — forse questa povera gente non ha la fortuna di trovare un coupè vuoto. Regaliamo loro cinque preziosi minuti di solitudine.