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388 | il mistero del poeta |
portasse via dall’anima sua le ultime ombre di tristezza.
Al tocco e mezzo cominciava a piovere e le carrozze non erano ordinate che per portarci dalla chiesa alla stazione. Ci avviammo subito alla chiesa onde evitare l’acquazzone imminente. Non si passò all’Hôtel Krass; perciò non potei vedere se l’ombra scoperta da Steele ci fosse ancora. Del resto pioveva e sarebbe stato ben difficile a ogni modo che io la discernessi. La chiesa non era ancora aperta e si dovette aspettare più di cinque minuti alla pioggia che allora cadeva dirotta. Anche lì, nessuno.
Quando finalmente potei inginocchiarmi accanto A Violet nella chiesa tenebrosa temo non aver saputo ringraziar umilmente Dio di avermi data, anima e corpo, la parola udita in sogno; temo aver consentito ad un movimento d’orgoglio, pensando alla mia lunga guerra vinta con la costanza e la forza. Violet dal canto suo pregava col viso chino sul banco e allorchè si accesero i lumi dell’altare mi disse che aveva tanto pregato di potermi render felice.
Incominciò il rito nuziale. Prima di rispondere