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384 il mistero del poeta

la guardi bene; io penserò a un po’ di cena, intanto.

Ella uscì ed io stesi le braccia alla mia fidanzata.

— Hai piacere — susurrò sul mio petto — di vedermi con quest’abito? Tutti gli altri vedono la loro sposa così; ho voluto che mi vedessi così anche tu.

E rialzò sorridendo il viso, un viso timido e luminoso. Poi lo chinò ancora e disse con voce spenta:

— Ne sono degna?

Non le risposi con parole ma intese bene la mia risposta.

— L’ultima volta — riprese dopo un lungo silenzio — l’ultima volta che siamo soli da fidanzati. Ho avuto tanta paura di morire prima! Sai cosa ho scritto poco fa?

Rise un breve riso argentino, mi posò le mani alle spalle e la bocca all’orecchio.

— Il mio testamento — diss’ella. Ritrasse il viso, mi guardò negli occhi e soggiunse ridendo ancora:

— Non ti lascio niente, sai.