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380 | il mistero del poeta |
Quando riferimmo quest’accordo alle signore, la signora Emma se ne meravigliò assai; non si poteva dar pace che fosse stata scelta un’ora così incomoda e romanzesca. Perchè non si poteva partire col treno di mezzogiorno e fare il matrimonio alle nove o alle dieci? A questo modo Violet non potrebbe neanche mettere il suo abito bianco di sposa, sarebbe costretta di andar all’altare in toletta da viaggio.
Risposi che preferivo viaggiar di notte, evitare il sole e la polvere almeno per qualche ora. Violet sorrideva. Vedevo bene ch’ella stessa, in fondo, trovava singolare la mia idea, ma le bastava che venisse da me per accettarla e difenderla. Tremavo non si accorgesse dei cenni che Steele veniva facendo a sua moglie perchè si chetasse. Fortunatamente non ne fu nulla.
— Venga — mi disse la signora Emma; — guardi, uomo barbaro e crudele.
E mi fece vedere spiegato sopra un letto, nella camera vicina, accanto a due scarpettine di raso, l’elegantissimo abito bianco della mia fidanzata. Mi parve, in quel punto, esser tratto con violenza nella intimità della bella persona