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376 | il mistero del poeta |
trovandoci insieme alla Drachenburg volle ch’ella fosse presente alle sue offerte, alle sue suppliche appassionate. Io lo respinsi con quanta forza potei, con un orrore che l’offese. Minacciò di chiederti un colloquio, ripromettendosene la rottura delle nostre nozze, benchè io gli dicessi che tu sai già ogni cosa; minacciò, se non potesse avermi, di togliersi la vita.
«Io fuggo a te, mi aggrappo a te; dimmi, per amor di Dio, che niente, che nessuno ci potrà mai dividere.
«Non voglio che tu gli parli, non voglio che tu lo veda. Non temo già ch’egli ti possa raccontare più ch’io non raccontai, ma sento che ha ragione quando dice come l’ho amato, come il mio amore pareva inestinguibile, com’io stessa lo credevo tale e quanto è doloroso che anch’io sia come tutte le altre che possono amare due volte. No, egli ha gravemente mancato verso di me e non è in diritto di dolersi se ti amo; ma tutti quelli che hanno fede nella nobiltà umana sono in diritto di dolersene, e tu stesso, ascoltando ciò da lui, non avresti che a piegar la fronte. Ora io non voglio che tu pieghi la fronte davanti ad esso, per causa mia, mai!