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il mistero del poeta | 361 |
sione troppo forte che divorandomi intero, non avrebbe lasciato posto nel mio cuore ad altra creatura umana nè forse a Dio stesso.
Ma chi sa se sarebbe veramente stata una passione così, se dopo la violenza dei primi trasporti, la donna mia non avrebbe saputo dirigermi, senza parere, ad un ordine più ragionevole di sentimenti? Io che perdevo per un alito il lume degli occhi, ero pure lo stesso che ad Heidelberg aveva baciato i capelli tepidi e odorosi di lei con un affetto quasi religioso, pieno di pace. Miseri uomini che siamo, diversi ad ogni momento da noi stessi e misero orgoglio umano, che s’inalbera di quest’accusa! Le ore della sera ci piegano alla terra, le ore del mattino ci levano verso il cielo, non sappiamo amare nè volere un giorno intero allo stesso modo, checchè la nostra bocca orgogliosa ne dica. È giusto riconoscere che se talvolta la causa dei nostri oscuramenti di spirito è ignota a noi stessi, talvolta invece la troviamo in un’ombra di male accolta volontariamente, anche per un attimo, nel nostro pensiero.
Io avevo sempre amato Violet con tutto me