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il mistero del poeta 347

tilmente così! Pensiamo invece a preparare la lista di tutti i nostri parenti e conoscenti d’Italia, di Germania e d’Inghilterra a cui si dovrà mandare la partecipazione.

— Sì — diss’ella — questo è necessario; lo faremo. Però mi pesa, molto più ora, sapendo che nè tu nè io abbiamo amici nè parenti che possano esser felici di vedere felici noi. Ma lo faremo, lo faremo.

Ella tornò quindi a domandarmi se, avendo a perderla, parlerei mai più di lei con alcuno e non mi diede tregua fino a che non ebbi risposto che avrei sofferto moltissimo di non poter parlare di lei a cuore aperto, con qualcuno che fosse contento di ascoltarmi. Feci allora una vaga allusione a Lei, amica mia.

— Hai Emma Steele — diss’ella.

— A proposito, quei poveri Steele! — esclamai per cambiar discorso. — Li lasciamo un po’ troppo soli, mi pare.

Ci alzammo dal nostro posto di prora e li raggiungemmo alla poppa. Violet si mise a discorrere colla signora Emma e l’amico Paolo mi fece una dissertazione sui vigneti che, scarsi di