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346 | il mistero del poeta |
non hai neppure il coraggio di far questo. E io sarei tanto felice se tu sapessi disprezzare per amor mio questi rispetti umani; io sarei capace di disprezzare tutta la gente intorno a noi. — No, pietà, no, ti scongiuro — diss’ella sottovoce, atterrita dall’atto ch’io feci di pigliar sul serio le sue provocazioni. Mi rifece più tardi la stessa domanda di prima, sul serio. Dovetti allora confessarle che in Italia nessuno sapeva niente dei miei amori tranne mio fratello.
Violet tacque un poco.
— Ecco — disse poi — se ora cadessi nel Reno in Italia non si saprebbe neppure che ci siamo conosciuti. Perchè tu non diresti mai niente, non è vero?
Tardavo a rispondere.
— Oh sì — diss’ella — promettimi che non diresti niente! Mi basta di vivere in te, non mi piace di pensare che il nostro amore vada, senza necessità, per le bocche di tanta gente. Parleresti solo se in Italia si venisse a sapere qualche cosa e si dicesse ch’ero un’amante non una fidanzata.
— Violet — risposi — non rattristiamoci inu-