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il mistero del poeta 341


— Lo ha già dipinto anche lui — mormorò Violet.

— Io? — esclamai, sorpreso.

— Pare di sì — disse la signora Steele con un sorriso interrogativo.

— Ma è la prima volta — replicai — che vedo il Reno.

— Faccia così — disse il signor Steele — ce lo dipinga adesso, ci scriva cosa vede. Sentiamo come vede un poeta e sapremo se dipinge meglio Lei o miss Yves.

Gli Steele erano come ragazzi che quando passa loro per la testa un’idea assurda se ne ubriacano e nessuno è capace di levargliela. Non ci fu verso ch’io potessi sottrarmi a un tale capriccio quantunque mi sentissi ridicolo. Avrei creduto che Violet mi aiutasse; invece si unì agli altri due contro di me e volle darmi ella stessa la carta e la matita.

Là dov’eravamo il fiume ci discendeva da levante diritto incontro, chiaro come il cielo a perdita d’occhio, con la sua larga distesa d’acque egualmente veloci, che appena una sottile striscia di case e di alberi divideva, in faccia a noi, dal-