Sentii che avevo baciato i capelli non di un’amante, ma della cara compagna mia, congiunta a me da un sentimento sacro e solenne cui erano oramai indifferenti la gioventù, la bellezza e tutto quello che passa.
Scrissi nel portafogli:
In un paese d’incanto
Passo una selva profonda;
Sospiro e immagino intanto
Dove la fata si asconda.
Or geme il bosco ed or tace
Ora si rischiara, or s’oscura;
Riposa immobile in pace,
Spande la inquieta verdura.
Stupido io miro la via
Che sale, gira e si perde;
Vorrei saper dove sia
Più scuro e segreto il verde,
Perchè se dai passi miei
Colà rifugge turbata,
Chetar co’ baci vorrei
La bionda timida fata.
E se la via m’è straniera,
E se mistero m’è il bosco,
Forse nell’ombra più nera
Le fini labbra conosco.
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