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il mistero del poeta 321

parlassi. Ti trovai un’aria così grave e severa che la idea dell’amore si allontanò da me e ne fui contenta; ma quando mi parlasti la seconda volta ne rimasi un po’ colpita, e quando poi le nostre mani si sfiorarono sul cannocchiale sentii per un attimo con tutta me stessa che ci potremmo amare. Le tue parole su coloro che amano due volte mi fecero rimescolar tutta; però resistevo e sopratutto volevo nasconderti il mio sentimento; alcune altre tue parole che in fatto non mi piacquero m’aiutarono a fingere. Dio mio, sul prato di S. Nazaro ti amavo già e mi costò tanto di essere così dura! Potevi ben capire che lo ero troppo!

— E quella partenza — diss’io — quanto male m’ha fatto!

— Non ne parlare! — rispose Violet sotto voce, ma con un impeto d’angoscia. — Non parlar mai più del male che t’ho fatto!

Camminammo in silenzio fino a casa. Appena passata la soglia Violet mi accostò le labbra all’orecchio, mi bisbigliò con voce lenta, grave di passione:

— Voglio essere amata col cuore, sai, non colla fantasia.


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