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304 | il mistero del poeta |
ne aveva scritto un cenno, s’era evidentemente spaventata, per la sua cattiva salute, di queste nozze in casa, e aveva risposto in modo poco incoraggiante. Si decise quindi di accettare l’amichevole offerta degli ottimi signori Steele, affrettando però il giorno della nozze quanto fosse possibile. Io non conoscevo la legislazione prussiana sul matrimonio degli stranieri, non sapevo affatto quali pratiche fossero necessarie, di quali documenti avrei avuto bisogno. Neppure il signor Steele, cui ne parlammo subito, lo sapeva. Allora mi venne in mente che si sarebbe potuto fare a Rüdesheim il solo matrimonio religioso, salvo a fare il matrimonio civile in Italia. Violet vi era indifferente, ma mi parve che agli Steele la proposta non tornasse pienamente gradita. Perciò la abbandonammo e si convenne d’informarsi subito circa le disposizioni della legge prussiana.
Ritornando, quel giorno, all’Hôtel Krass, la mia poca sincerità con Violet, a proposito de’ miei parenti, mi pesava sul cuore. All’albergo trovai una malaugurata lettera di mio fratello che non ricorderei se non fosse per chiarire