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il mistero del poeta | 303 |
bato coi miei parenti la poteva offendere, e ciò mi recò più dolore che il non aver detto la verità.
— Non vorrei dividerti dalla tua famiglia — diss’ella senza guardarmi.
La pregai di non turbarsi con questa idea, le dissi che prendendo moglie mi sarebbe stato materialmente impossibile di rimanere nella casa paterna e che pensavo portar la mia dimora in Roma o in Firenze, insomma in una grande città dove gli studi fossero più facili e il clima migliore che nel mio paese natio.
Mi parve che Violet non fosse molto persuasa de’ miei progetti, che temesse di esser lei la causa d’una risoluzione simile.
— Ne parleremo — diss’ella col suo sorriso dolcissimo. — Parleremo seriamente di molte cose serie, non è vero? Poichè dobbiamo avere tanto giudizio!
Allora si parlò del nostro matrimonio. La prima idea di Violet era stata che si facesse in Inghilterra, presso una vecchia cugina che le aveva sempre voluto bene; non essendo ella sufficientemente legata coi pochi e lontani parenti che teneva in Roma. Ma la cugina, cui Violet