amava. Gli zii le dichiararono che la famiglia Yves aveva già troppo sofferto per l’infelice, mal consigliato matrimonio di uno de’ suoi membri con una persona straniera e cattolica, perchè essi potessero consentir mai che il fatto si rinnovasse. Rispondendo lei che non era affatto risoluta di prender marito, gli zii le imposero di promettere formalmente che mai non avrebbe sposato l’italiano. Violet respinse una simile proposta. Coloro insistettero e le accordarono otto giorni per decidersi, aggiungendo che se non promettesse non potrebbe continuare a vivere sotto il loro tetto. La Provvidenza aveva voluto che gli Steele capitassero a Norimberga, di ritorno da un viaggio in Sassonia, proprio in quei giorni. La loro amica soffriva crudelmente. Sentiva, da un lato, quanta gratitudine dovesse ai suoi parenti; dall’altro lato le riusciva impossibile di subire una simile pressione. Gli Steele s’interposero, ma senza frutto. Allora miss Yves si decise e accettò l’ospitalità loro per un tempo breve, non conoscendo ancora le mie idee circa l’epoca del matrimonio e dovendo forse recarsi prima in Inghilterra presso una