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XXIX.


Dato sesto alle mie faccende per un pezzo, partii quindi per Milano e presi la linea del Gottardo. Fui a Magonza il 24 giugno di sera, da Francoforte. M’ero messo in testa che Violet dovesse passare di là e avevo pigliato quel giro vizioso per fare, almeno in parte, la stessa via. Giungendo al ponte di ferro sul Reno, una gran commozione mi prese. Avevo veduto il Reno molti anni prima, alle radici del Rheinwaldhorn. Ero allora giovanissimo, avevo la testa piena dei versi di Heine, delle ballate del Wunderhorn e di figure tedesche, da Criemhilt e Hagen al Trompeter von Säkkingen. Per me le acque del Reno celavano un tesoro di fantastica poesia