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il mistero del poeta 269

ginabile contatto con Lui deve dare una emozione di egual natura. Ebbene, l’anima religiosa cerca appunto il contatto di un Essere perfetto in verità, in bontà, in bellezza; lo slancio religioso aspira ad esso in tutti i suoi attributi, ed ecco seguirne questa emozione di egual natura, ma più intensa delle altre in cui il contatto inebbriante è più angusto. Se immaginiamo uomini vissuti nelle celle tenebrose di un ipogeo, e la fulminea impressione di un raggio solare che arrivi loro per il prisma, a questa cella d’un colore, a quella d’un altro, li vedremo tocchi così di emozioni senza nome, inconsci così che tali emozioni abbiano la stessa origine, il sole cui ciascun colore si conviene, il sole che rende più felici noi cui risplende intero. Cara mia, Lei sa che io ho pur troppo sempre avuto un debole per i pasticcetti di metafisica azzurra; ho davvero paura di averne cucinati troppi, l’inverno, nel suo salotto dove non mi mancavano nè la metafisica, nè l’azzurro, nè il caldo. Questo è ben l’ultimo; si consoli.

Andai a casa e parlai a mio fratello.

Egli mi disapprovò. Non intendo ora dolermi