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il mistero del poeta 249

Io, avendo mio marito a letto, non potevo accompagnarla e mai non l’avrei lasciata partire sola. S’ebbe appena il tempo di combinare che partisse stamattina con mio fratello e mia nipote Luise, che Ella conosce. Intanto venne una lettera del fidanzato che la lasciava libera.

— Ah! — esclamai.

— Senta, signore — riprese la Treuberg con un certo imbarazzo, — capisco la sua gioia. Come amica di Violet Yves, credo che potrei molto rallegrarmi anch’io, ma non so se miss Yves, quantunque certo ben disposta verso di Lei, accoglierà una sua profferta di matrimonio. La ho invece pregata di venire da me per dirle questo. Per amor del cielo non vada subito a Norimberga, per amor del cielo non cerchi presentarsi subito alla famiglia Yves come un pretendente! Lei non conosce gli zii Yves. Sarebbe la disgrazia della nostra amica.

— La disgrazia?

— Oh Dio, sì. Lei non sa quanto gli zii tenessero al matrimonio Topler; e io temo pur troppo che invece...

La signora s’interruppe.