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236 | il mistero del poeta |
tratta sempre così: «cara bambina, cara bambina!»
Le vidi gli occhi umidi.
— Ha torto — riprese — ma non importa. Ne chiesi a mia zia e capii subito che sapeva e non voleva parlare. Povera zia, quando voglio io!...
Stavolta gli occhietti azzurri scintillarono di malizia e di orgoglio. Ella mi raccontò poi che Topler aveva pregato sua zia Treuberg di chiedere informazioni sul mio conto e che intanto aveva interrogato Violet, la quale si era mostrata fermissima nel proposito di tenere la promessa data al professore, anzi lo avea caldamente pregato di tacere del tutto con quest’ultimo. Allora Topler era ritornato per consiglio dalla signora di Treuberg, la quale riteneva che di fronte a un contegno risoluto di miss Yves io mi sarei dato per vinto, e che quindi si potrebbe tacere ogni cosa al fidanzato. Perciò fu deciso che Violet, con un pretesto, partisse subito per Norimberga. Il povero Topler, nuovo a simili impicci, ora dava in escandescenze, ora cadeva in abbattimenti, ci si smarriva e si affidava in tutto ai