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220 il mistero del poeta


— Iersera abbiamo fatto musica in casa Treuberg — diss’egli.

M’inchinai in silenzio.

— C’era — soggiunse — anche la signorina Luise.

M’inchinai daccapo. Egli attese ancora un poco, mi fece un profondo saluto e se n’andò.

La signorina Luise! Mi pareva che volesse un gran bene a Violet, e ciò la rendeva ben cara anche a me. Avrei voluto vederla, parlare con lei di miss Yves, ma non sapevo se fosse conveniente di farle una visita. Mi ricordai che mi aveva chiesti i versi italiani fatti per lei nel Bahnhofswald, e risolsi di portarglieli. Il vecchio Topler, scendendo meco dal Parkhaus, mi aveva indicato la casa dei von Dobra nella Marktgasse. Me la ricordavo bene per una statua della Madonna col Bambino infissa fra due finestre. Topler mi aveva detto che le signorine, orfane della madre, abitavano lì col loro papà, membro del Landesgericht di Eichstätt.

Suonavano allora le undici, e trovai che la signora Luise era uscita da una mezz’ora per andar a prendere una sua sorellina alla Volk-