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XXIII.


L’indomani mattina, uscendo dall’Aquila Nera, m’incontrai faccia a faccia col professor Topler, che veniva a riparlarmi dei libri italiani. Mi crucciai in cuor mio che suo fratello non gli avesse ancor detto niente. Risposi che non potevo assolutamente incaricarmene e che il suo verehrter Herr Bruder ne sapeva il perchè. — Oh oh! — fece il professore ossequiosamente. — Oh oh, bene: — Nella cerimoniosa Germania non ho conosciute due persone cerimoniose come il professor Topler, che anche nominando suo fratello gli appiccicava degli aggettivi rispettosi. Vedevo che gli pareva scortese di lasciarmi così su due piedi, e che, mortificato dalla mia repulsa, non sapeva quale discorso tenermi.