potente cui avrebbe dovuto esercitare un giorno sopra di me la persona che parlava così. Immagini la mia angoscia Lei che sa in quali circostanze mi trovassi nel gennaio del 1872. Mi tenevo allora già legato e forse per sempre. Quando penso alla origine e alla natura di quel legame mi viene alle labbra un sorriso amaro, compiango la signora, compiango e derido me stesso. Di questo legame si è parlato nel mondo, falsamente; e non è male ch’io ne debba scrivere qualche cosa qui. Ella sa ch’io conosceva da molto tempo quella bella e intelligente dama, a cui il mondo attribuiva, prima che le relazioni nostre si facessero più strette, un amante. Andavo qualche volta da lei e c’incontravamo spesso in società. Credevo d’esserle affatto indifferente e la ricambiavo d’indifferenza; ma poche persone mi ponevano, come lei, in vena di spirito sarcastico. Una sera, a teatro, incontrai due volte col mio binoculo il suo rivolto a me, e la seconda volta ella sostenne alquanto il mio sguardo, prima di volgersi altrove. Credetti averne il cuore lievemente tocco, ma forse erano invece i nervi della vanità e della curiosità che simulavano un