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il mistero del poeta 209

amava e che mi respingeva per voler mantenere la parola data liberamente al professor Topler. Soggiunsi che avevo fede, per tanti segni misteriosi, in una volontà superiore propizia a me, in una promessa divina di concedermi ciò che avevo sognato.

Topler mi guardò un tratto in silenzio, poi esclamò:

— E che intende farà?

— Tutto il possibile — risposi.

Egli si prese le tempie fra le mani, ripetendo sottovoce: — Was für eine Geschichte, was für eine Geschichte! Oh che storia, oh che storia!

— Senta — mi arrischiai a dirgli. — Lei non mi pareva contento, ier l’altro, che suo fratello sposasse miss Yves.

— Lasci stare, lasci stare, non posso aver detto questo — brontolò Topler come stizzito da un ricordo molesto, e stette ancora alquanto con la testa in mano.

— Io sono come un padre per mio fratello — diss’egli con voce commossa. — Io non ho che lui, ed egli, povero ragazzo, lo vede bene, s’im-