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204 | il mistero del poeta |
sole e della terra sul suo abito nero non erano, lo seppi di poi, interamente effetto di trascuratezza artistica o filosofica. La sua fronte si spianò e i suoi occhi curiosi brillarono.
— È un debito di lealtà da parte mia — soggiunsi. — Forse quando Lei saprà perchè sono venuto ad Eichstätt...
— Ebbene? — fece Topler.
— Non saremo più amici.
Egli trasalì, si rizzò sulla persona, mi guardò a sopracciglia levate. A me premeva oramai d’arrivare in fondo, e ripresi:
— Ieri non era la prima volta che vedevo miss Yves. L’ho veduta in Italia. Sono venuto in Germania per lei.
Topler mi guardava pietrificato.
— L’altra sera — continuai — a Norimberga, ho udito il loro dialogo davanti al caffè Sonne e ho saputo a che ora dovevo trovarmi alla stazione per viaggiar con Loro.
— Lei non sapeva — esclamò Topler — che miss Yves è fidanzata?
— Sì signore, lo sapevo. Lo sapevo da lei stessa.