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il mistero del poeta 201

delle signorine, un monello di undici anni, esclamò senza altro: — È zoppa! Nessuno dovrebbe sposarla! — La biondina, inviperita, lo voleva battere. Il ragazzo scappò gridando che lo aveva detto papà, le sorelle lo inseguirono, udii la signorina Luise gittarmi un «adieu!» e non vidi più alcuno.

«Nessuno dovrebbe sposarla.» Ecco la dura prudenza umana, la prudenza dei savi, dei buoni, dei pii, di tutti. Mio padre e mia madre, con il loro gran cuore, con il loro alto carattere, non avrebbero detto diversamente. Violet stessa lo diceva nella sua lettera; era una colpa. Io avevo gridato nel primo impeto della passione: no, non è colpa; ma potevo proprio credere a me, a me solo contro tutti!...

Mi feci questa domanda e giudicai di slancio contro il mondo e la prudenza umana. Sia, mi dissi; soffriranno coloro che verranno da noi e noi soffriremo in essi; ma se adesso che non sono ancora, potessero scegliere, come non accetterebbero una vita terrena tribolata e breve, pure di uscir dal niente, pur d’intendere, pur di amare, pur di salire a una forma superiore