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198 il mistero del poeta


«E ora, ne la scongiuro, non parli ai T., non faccia soffrire alcuno inutilmente, parta. Grazie della tenera pietà per la rosetta. Addio, l’ultimo addio!

«Violet Yves


Lessi, piansi, rilessi, baciai e ribaciai lo scritto, come se fossero le sue mani, i suoi capelli, i suoi occhi, le sue labbra, singhiozzando: no, no, non è l’ultimo addio, no! Non potevo a meno di dirle ad alta voce: non parto, ti amo, sarai mia, non è una colpa. Uscii subito e andai diritto a casa Topler per dir tutto al mio vecchio amico. Come lo avrei detto, come avrei giustificato un atto simile, cosa avrei chiesto e che ne sarebbe uscito, io non sapevo affatto. Non ne avevo la menoma idea.

A casa Topler non trovai nessuno. Seppi dalla domestica che il professore e suo fratello erano partiti colla famiglia Treuberg. La donna supponeva che fossero andati a Obereichstätt a vedere una fonderia e che avrebbero pranzato fuori, forse a Marienstein. Lasciai un biglietto