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il mistero del poeta 197

anni, della mia imperfezione fisica. Mai non avrei creduto poter essere amata. Dopo i ventidue ho pensato invece che potevo ispirare un capriccio, anche una passione, ma che nessuno mi sposerebbe; e quand’anche uno potesse acciecarsi tanto, il giudizio de’ suoi parenti e de’ suoi amici, e, passata la prima ebbrezza, il suo stesso giudizio lo farebbero pentire in breve tempo. Ciò non rispondeva al mio ideale dell’amore, ma non ho accusato gli uomini di essere troppo bassi, mi son detta che non ne avevano colpa. Accettando l’offerta di T. ero sicura che anch’egli si pentirebbe, un giorno; ma lo conoscevo tanto buono, tanto umile, sapevo che mi conserverebbe rispetto e amicizia: non desideravo amore.

«Più tardi ho conosciuto il Suo libro, ho conosciuto Lei. Fin da Belvedere di Lanzo mi venne l’idea che forse potrei essere amata durevolmente. Sa cosa mi dissi allora? Tuo padre morì di paralisi a trentasei anni, hai perduto una zia e uno zio nello stesso modo, tu sei già tocca dal destino, non potresti esser sua, saresti colpevole. Dio mio, saresti colpevole!