Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
il mistero del poeta | 189 |
dolor mortale. Mi posi a camminar lentamente su e giù per la stanza, e feci alquanti giri prima d’accorgermi che miss Yves era ancora là al tavolino, col viso tra le mani. Me le accostai, le domandai:
— E questo matrimonio?
Ella scostò le mani dal viso ma non alzò gli occhi a me.
— Per i miei parenti — rispose. — Lo hanno tanto desiderato. Sono povera, sono un peso per essi. No, mi vogliono bene, ma non sono una figlia. Mio padre e mia madre sono morti.
Che pietà udirla parlare così sconsolata, con quella infinita dolcezza di voce, vederla tanto pallida e affranta, pensare che coraggio magnanimo e che tormento era stato il suo di raccontarmi tutto così. Avrei voluto stringermi la sua testa sul cuore, ma forse anche senza la presenza delle bambine non l’avrei potuto. No, non l’avrei potuto contro il dolore e l’orgoglio. Non sapevo che mi facessi nè che mi dicessi. Mormorai:
— Grazie, Dio La consoli, Dio La benedica.
Ella scosse ancora il capo in silenzio come