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il mistero del poeta 181

ma io, preso così alla sprovveduta, ne rimasi stupefatto. Topler ne era felice e mi fece udire non so quante suonate e toccate. L’ultimo pezzo fu uno scherzo capriccioso intitolato Nonnenschlacht — Battaglia di monache, — che Topler mi commentò suonando. Faceva ormai bujo. Quando tacquero le ultime note gravi del pezzo che figuravano i rimbrotti rauchi della vecchia badessa e che Topler accompagnava con certi sordi abbajamenti orribili, osai pregarlo di chiarirmi un dubbio, di dirmi se fosse sacerdote.

— No — rispose molto gravemente — ho voluto diventarlo un giorno e non ne fui degno.

Più di così non mi disse e più di così non potei saper mai, neppure in seguito.

Egli fece portare un lume ed il caffè; immaginando di offrirmi uno squisito regalo. Il caffè, per verità, era detestabile, ma non mi pareva vero di legarmi sempre più con Topler, il quale mi confessò alla sua volta ch’era felice di conversare con un italiano.

— Con Lei mi accordo — diss’egli — più che con parecchi miei compatriotti.

Poco dopo arrivò suo fratello da casa Treu-