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Parkhaus; non vidi alcuno. Prima di uscire avevo chiesto dove abitasse la famiglia Treuberg. M’indicarono una casa del Rossmarkt, piccola, bassa, graziosa; in fondo alla via si leva sopra i tetti il dorso verde di un colle. Non ci vidi altro segno di vita che le finestre del primo piano aperte. Tornando per la Residenzstrasse, sostai alle ombre di un giardino ad ascoltar la voce blanda di una fontana, l’unica voce della strada deserta. Era domenica e me n’ero dimenticato. Mi venne allora il pensiero che l’uomo non dovrebbe lasciarsi signoreggiar così dall’amore, e mi sovvennero le parole di un libriccino che dai venticinque anni in poi io porto meco ovunque vado, gli Essays di lord Bacon. Mi dissi però tosto che le parole del Saggio sull’amore non facevano per l’amore mio, destinato a suscitar il fiore dell’agave. Allora tutto era tumulto, tutto era discordia nell’anima mia, tutto era fervore di una trasformazione che altri vi operava, che rendeva attonito me stesso, mentre sentivo in me il germinar oscuro di tante idee, di tanti sentimenti nuovi e persino gli occhi pareva che cominciassero a vedere in un modo diverso.