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il mistero del poeta 169

quando la signora Treuberg propose di partire, e tutti si alzarono con un’aria di contentezza. Mi proponevo d’interrogare il mio amico Topler, ma Violet lo rimproverò dolcemente di averla abbandonata nel primo tratto di via e lo pregò di non ricadere in fallo. Soggiunse che avrebbe forse avuto bisogno di un secondo cavaliere. Mi accompagnai alla signora Treuberg e mi arrischiai a parlare della canzonetta. — Non era a posto, non era a posto — mi rispose. — Erano lodi di una sposina molto allegra e molto svelta. La nostra povera amica non può essere così. — Vidi che la biondina aveva intesa la propria storditaggine: per meglio dire, sua sorella gliela aveva fatta intendere. Prima n’era rimasta mortificata; poi si era messa attorno a Violet, con mille carezze, con mille premure. — Povera amica! — susurrò la mia compagna. — Oggi cammina peggio del solito.

Si uscì, dopo brevi passi, all’aperto, sul dorso quasi piano della collina, dove un viale volge a sinistra verso Eichstätt invisibile nell’altra valle, e a destra corre via lungo e diritto l’orlo del bosco. Ricordo il liquido canto, davanti a noi,