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168 | il mistero del poeta |
compieva con ogni scrupolo il suo dovere di tenerle gli occhi addosso. Non aveva una fisonomia mobile ed espressiva come quella di suo fratello; mi parve tuttavia vedervi un’ombra di turbamento. Pure il signor Treuberg gli faceva, ridendo, dei gesti, malgrado le occhiate di sua moglie, come per dirgli che la canzonetta pareva fatta apposta per lui. Avrei voluto poter godere a cuore tranquillo della graziosa scena che pareva tolta da una vecchia vignetta tedesca. Gli abeti sparsi tra i faggi improntavano di tristezza nordica la poesia del verde, dei fiori, delle macchiette; quanto al costume non mi era difficile immaginare un codino dietro all’arguto viso imberbe del vecchio Topler e molta cipria sulla testa bionda della signorina Luise. Ma col cuore che avevo, l’idea mi venne e mi passò ad un punto.
Quando la piccola fata ebbe finito il suo Lied, solo miss Yves le disse — brava. — Tutti gli altri mi parvero imbarazzati, meno il dottor Topler che taceva e durava a guardare la giovinetta col suo sorriso acuto. Ero incerto se domandare o no il significato delle strofette misteriose,