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il mistero del poeta 167

buono — e cantò con un fil di voce ma con grazia incomparabile, queste strofette in dialetto ch’ebbi più tardi da lei stessa manoscritte. Non ne intesi, allora, una sola parola.

Und a geschnippigi geschnappigi
Dalketi dappigi
Na das is aus
Muasst es hab’n im Haus.
Aber a willigi billigi
Rührigi, gfürigi
Das is a Leb’n
Ko koan lutingers geben.

La cara fanciulla cantava appoggiata al tronco d’un faggio. Bionda, elegante, col suo bel visetto lucente di gaiezza e di malizia, pareva bene una piccola fata scherzosa della selva tedesca. Intanto sua sorella andava silenziosamente cogliendo fiori, la signora Treuberg, alquanto rossa in viso, guardava spesso i due fidanzati con una curiosità per me incomprensibile, Violet guardava alla sua volta, sorridendo, il vecchio Topler che seguiva attentamente la canzonetta con una mimica strana della fisionomia. Quanto allo sposo, poichè la signorina Luise cantava per lui, egli