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166 | il mistero del poeta |
Suo fratello crollava a furia il capo e le spalle e si volse a me senza dargli più retta. — Geklingel — diss’egli — und nichts weiter1.
— No, no — disse Violet sorridendo. — Lei è stato troppo cattivo, credo, con quella povera bottiglia. Credo che vi sarà stato dentro ancora qualche profumo del Reno e di Waldmeister.
Ella parlò quindi con graziosa semplicità della poesia puramente nazionale, della poesia popolare così ricca di fragranze naturali. La sua voce pareva anche più melodiosa del solito. Si dolse lievemente di non poter cantare alcun Lied, e sorrideva dicendolo; ma le si vedeva la tristezza amara negli occhi. Forse neppure lei aveva perfettamente intesa la questione, ma pure fummo tutti d’accordo contro il dott. Topler che per l’inno alla Campana di Schiller avrebbe dato tutto il Wunderhorn. La signorina Luise batteva i piedi dal dispetto: dir male dei suoi cari Lieder! Così graziosi, so nett! Non aveva dunque affatto cuore il dottor Topler?
Topler juniore la pregò di cantarne uno. — Sì, signore — diss'ella — perchè Lei è stato
- ↑ Suono e niente altro.