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il mistero del poeta 165

al brindisi, che d’allora in poi mi avrebbe ispirato la musa tedesca.

— Oh no! — esclamò Violet.

Tutti la guardarono sorpresi ed ella arrossì forte. Cara, non voleva ch’io rinnegassi l’arte della mia patria. La ringraziai cogli occhi, le dissi col pensiero che poteva star tranquilla; e risposi al fidanzato che, viaggiando in Germania, il Rüdesheimer, il Waldmeister, i ricordi di grandi e amati poeti potevano bene ispirarmi un momento, ma che mai non mi sarei legato ad alcuna musa straniera; nemmanco, aggiunsi con intenzione, alla musa inglese che pure aveva un vero fascino per me.

Topler seniore andava facendo da un pezzo segni d’impazienza e proruppe a esclamar che suo fratello non capiva niente, che portare il patriottismo nell’arte non era degno di un tedesco nè, con mio rispetto, d’un poeta. — Tutta la poesia — disse egli — ch’è buona solo per voi italiani o solo per noi tedeschi, eccola! — e buttò a calci una bottiglia vuota giù per la china del bosco. Il professore cercò di giustificarsi, ma non aveva affatto inteso la questione.