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152 | il mistero del poeta |
midezza e di bontà; aveva nell’insieme l’aria dell’uomo più felice e più impacciato di questo mondo. N’ebbi una impressione inesplicabilmente penosa. Non mi sentii geloso di lui; lo giudicai alla prima occhiata di coloro che noi uomini volentieri vantiamo alle donne come degni di essere amati sapendo che non li ameranno. Ciò che io provavo somigliava al rimorso, alla improvvisa coscienza d’una slealtà. Non avrei dovuto io dirgli ch’ero per lui un nemico mortale? La limpida sincerità del suo sguardo mi strinse il cuore.
Mentre Topler seniore mi guidava a consegnar il mio bagaglio all’omnibus, udii la dolce voce, ancora più fioca del solito, dire qualche cosa che suscitava proteste e lamenti, specialmente della signorina Luise. Pareva che miss Yves proponesse di rinunciare alla colazione nel bosco, che temesse del tempo o che fosse stanca. La biondina aveva quasi le lagrime agli occhi e offriva le braccia dei fratelli Topler per portare l’amica sua; il fidanzato, che aveva certo apparecchiate grandi cose per la refezione, non osava insistere e guardava mogio mogio ora noi,