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il mistero del poeta 149

servare nel mio taccuino che nella mia memoria. — Il signor Treuberg — ripresa dopo aver trovata la mia carta — il signor***. Devo fare esercizio di pronunciare questo nome. Il signor***, la signora Treuberg, la signorina Tecla von Dobra e la signorina Luise sua sorella.

Restava Violet. Un lampo sincero degli occhi suoi mi disse: evitate questa commedia! Ma era troppo tardi.

— Il signor*** — ripetè Topler coscienziosamente — Miss Yves.

Io salutai e Violet non potè a meno di piegare un poco il capo. Per fortuna il treno entrava allora in una lunga galleria ch’è tra Pappenheim e Dollnstein; nessuno badò più a noi. Topler era ansioso di guardare il paesaggio, mi faceva vedere, con grandi esclamazioni, gli scogli bianchi sparsi per il verde delle praterie. Poi un gran sasso con poche rovine in testa e poche casupole al piede, cinto di mura medioevali, lo trasse fuori di sè.

— Presto siamo ad Eichstätt — osservò la biondina, la signorina Luise. Allora Topler parve tornare dal cielo in terra. — Le bottiglie? — dis-